Tempo libero e formazione: vi raccontiamo il nostro welfare aziendale
L’importanza di creare valore sociale in azienda
Nel mese di gennaio 2020 CCL ha iniziato a formulare e adottare soluzioni di lavoro flessibile, che sono solo state accelerate dai difficili mesi di emergenza, ma che erano già parte delle linee strategiche e degli obiettivi. La sottoscrizione di un accordo sindacale con la CISL di Milano per la possibilità di lavoro agile fino a dicembre del 2023 – avvenuta a inizio anno – è stata solo la conferma formale di un impegno ben già avviato.
Claudio Palmerini, Direttore Generale di CCL, racconta il percorso intrapreso che ha coinvolto il personale ma anche i luoghi di lavoro.
“La pandemia ha semplicemente accelerato un processo già in corso all’interno di CCL. A cavallo tra fine 2019 e inizio 2020 abbiamo iniziato a ristrutturare gli uffici di via della Signora 3 per rinnovarli e renderli più accoglienti, prevedendo una sala ristoro, che fino a mezzogiorno viene utilizzata per riunioni ma a partire dalle ore 12 diventa la cucina, a disposizione dello staff. L’obiettivo è aiutare anche da un punto di vista economico il personale di CCL, consentendo loro di risparmiare l’utilizzo dei ticket restaurant, che non sono mai stati sospesi neanche durante i mesi di lockdown. Una misura adottata, anche prima della pandemia, è la chiusura il venerdì dal primo giugno per tutti i mesi estivi, per lasciare più spazio alle famiglie per la gestione delle commissioni e compiti casalinghi e lasciare il sabato e la domenica come effettivi giorni di riposo con l’obiettivo di arrivare a una vera e propria riduzione dell’orario di lavoro settimanale a parità di compensi. Da febbraio 2020 è stata ottimizzata la possibilità di accedere ai server aziendali da postazioni mobili. Quindi, ben prima dell’inizio di quella che ora è diventata una quotidianità, CCL aveva deciso di integrare il lavoro da casa con il lavoro in ufficio. Considerando che l’impegno lavorativo occupa più di un terzo delle ore complessive di una giornata, continueremo a dare ancora più attenzione alle dinamiche di conciliazione casa lavoro, abbandonando la logica della quantità della prestazione e adottando completamente quella della qualità del lavoro, a prescindere dal luogo dove si trova il personale. Ma soprattutto, pensiamo che al primo posto per creare valore sociale debba esserci un sistema di welfare aziendale: per questo motivo da oramai 3 anni – con la collaborazione di LABORATORIO DELLE IDEE, società di consulenza aziendale – offriamo formazione continua, ma non solo tecnico-scientifica come corsi di aggiornamento ma anche corsi di inglese, viaggi studio all’estero, ma soprattutto un welfare aziendale integrativo, con ticket da utilizzare in servizi alla persona, per offerta culturale e benessere”.
Cosa prevede l’accordo stipulato per il lavoro flessibile?
“L’accordo si basa prima di tutto sul modello organizzativo e gestionale di lavorare per obiettivi: la giornata viene gestita direttamente dal lavoratore, dalle ore 8 alle ore 20 in maniera flessibile. In pratica sta al lavoratore o lavoratrice gestire i propri compiti quotidiani in maniera autonoma e può farlo sia lavorando dalla sua postazione in ufficio, sia da casa o da un luogo diverso. È previsto, inoltre, che ogni dipendente possa lavorare 2 giorni a casa e 3 giorni in ufficio, accordandosi con il proprio responsabile”.
A sedici mesi dall’inizio della pandemia, qual è stata l’esperienza di CCL nella gestione organizzativa del lavoro durante i mesi di emergenza sanitaria?
“Il cambiamento ha destabilizzato e spaventato: come tutti i cambi di paradigma anche questo ha creato reazioni differenti. Alcuni dei nostri dipendenti erano diffidenti non riuscendo a spiegarsi come potessero essere efficienti lavorando da casa. Con il passare del tempo tutti hanno compreso che prima il lavoro da casa e ora la possibilità del lavoro flessibile sono un miglioramento delle proprie condizioni, un “abbracciare” un modello organizzativo più efficace ed efficiente che valorizza le risorse umane e migliora il ritmo di vita quotidiano.
Come in molti altri contesti lavorativi, la pandemia ha portato alla percezione del cambiamento non come una minaccia o un peggioramento, ma un miglioramento, accelerato dalla pandemia”.
CCL favorendo soluzioni di smart working fa “la sua parte”, oltre che a livello ambientale, per contribuire a decongestionare traffico e mezzi pubblici milanesi, come richiesto in più occasioni da Palazzo Marino. Si può dire che l’impegno di CCL non si esaurisca nei soli “confini” degli uffici di via Della Signora 3?
“Assolutamente sì, come richiesto in più momenti dall’amministrazione comunale agli attori che compongono il contesto metropolitano milanese, anche CCL si sta impegnando per “fare la sua parte”. Decongestionare il trasporto pubblico, ridurre il pendolarismo e soprattutto desincronizzare gli orari lavorativi. Non è più rimandabile tutto questo, sia per riorganizzare tempi e luoghi a causa delle nuove necessità imposte dall’emergenza sia per rispetto e tutela dell’ambiente”.