Urban Village Navigli, il cohousing è (quasi) salvo
La buona notizia.
Le cooperative del CCL entrano nell’operazione da 50 milioni: 75 ex acquirenti beffati acquisteranno l’area, case pronte entro il 2024.
Resta la firma prestigiosa dell’archistar Cino Zucchi, e anche il progetto originale subirà pochissime varianti. Per le famiglie che avevano investito sull’operazione di cohousing Urban Village Navigli in via Pestalozzi 18, bloccata a causa della crisi della società promotrice, è arrivata una svolta positiva grazie all’intervento del Consorzio Cooperative Lavoratori (CCL). Il colosso fondato nel 1974, che riunisce 30 coop del settore casa, una volta ottenuto il via libera del Tribunale prenderà in mano il progetto con l’obiettivo di completare gli appartamenti entro la fine del 2024. Nell’area in una zona di pregio a pochi passi dal Naviglio Grande, trasformata in un “buco nero nella città” a causa della riqualificazione interrotta dopo la demolizione e la bonifica, sorgeranno quattro palazzine con spazi collettivi, fra cui aree per sport e coworking, rispettando quel progetto che la società Urban Village Navigli aveva presentato in pompa magna nel 2017 come “una delle più grandi operazioni di cohousing nel mondo”.
Lo stile di vita all’insegna della condivisione degli spazi, modello molto diffuso nel Nord Europa, grazie anche a un efficace marketing aveva attirato 130 futuri acquirenti che hanno versato in tutto un anticipo di quattro milioni di euro, circa 40mila euro a testa, per la casa dei sogni. Soldi che rischiavano di andare in fumo a causa della crisi, approdata in Tribunale, delle società dietro l’operazione. Oltre alla Srl Urban Village Navigli, ha chiesto il concordato preventivo anche il colosso che l’ha creata, la NewCoh Srl. Società fondata da M. B. e promotrice anche del portale cohousing.it che intorno al tema della vita in condivisione ha riunito una community. Una procedura analoga riguarda anche la Coventidue, società della stessa galassia promotrice di un progetto di riqualificazione in Corso XXII Marzo 12 che si è trasformato in una beffa per altre 60 famiglie.
Nell’operazione di via Pestalozzi si è inserito quindi il Consorzio Cooperative Lavoratori che in accordo con 75 acquirenti divenuti soci, ha messo sul tavolo un piano per acquistare l’area e salvare il progetto. “I creditori recupereranno il 60% dei 40mila euro a testa già versati – spiega Alessandro Maggioni, Presidente di CCL – e chi ha deciso di uscire dall’operazione potrà incassare il denaro. Il progetto resta invariato e siamo riusciti a conservare anche la firma di Cino Zucchi. Abbiamo una solidità finanziaria che ci permetterà di far fronte a ogni possibile incognita”.
LE TAPPE
A dicembre il voto dei creditori. Poi acquisto dell’area e apertura dei cantieri
Per l’operazione, dal valore di 50 milioni di euro, CCL ha creato una cooperativa ad hoc, la Habitat Navigli. Il percorso prevede una serie di step: a dicembre il voto del piano da parte dell’assemblea dei creditori, poi l’omologa e a marzo 2022 il rogito.
I soci di Habitat Navigli diventeranno così proprietari dell’area, ora di proprietà del Fondo Scoiattolo partecipato dalla cassa di previdenza dei ragionieri e gestito da Torre Sgr. A quel punto potranno partire i cantieri per la costruzione delle palazzine. In tutto 115 alloggi (75 per gli acquirenti originari e gli altri per i nuovi che si sono aggiunti) tutti già assegnati. Il prezzo, per chi entra ora nell’operazione, è fissato in 4.300 euro al metro quadro.
“Il progettista resta Cino Zucchi. Abbiamo la solidità per far fronte a ogni incognita”